Le Riforme Necessarie

Austerità espansiva? No, grazie

I finanziamenti europei per il contrasto alla crisi economica causata dalla pandemia saranno vincolati a determinate condizioni, tra cui sicuramente si rinnoverà la richiesta per l’Italia di approvare riforme volte a garantire la capacità di restituire la parte dei finanziamenti erogati come prestiti.

Cosa si intenda per “riforme” è talmente ovvio che nessuno si preoccupa più neanche di specificarlo. Possiamo facilmente immaginare il contenuto: liberalizzazione dei mercati, riduzione della pressione fiscale, sussidi alle imprese e tagli alle spese improduttive (scuola, sanità, pensioni, ecc).

La visione del mondo sottostante questo programma considera le imprese come l’unico il solo motore dell’economia e lo stato un residuato di tempi antichi ormai non solo inutile ma anche di impaccio. Per raggiungere la prosperità, in questa prospettiva è quindi sufficiente e necessario liberare le imprese dai lacci e lacciuoli costituiti da prelievi fiscali esagerati e degli occhiuti controlli burocratici, aggiungendo una buona dose di sussidi. In questo modo produrrà magicamente una accelerazione della crescita del PIL e, di conseguenza, entrate fiscali e occupazione. Secondo questa prospettiva, allo stato rimangono le funzioni residuali che le imprese non hanno interesse a svolgere, ad esempio fornire servizi sanitari e istruzione a chi non ha i mezzi per pagarseli. Anche queste, in ogni caso, sono da considerarsi come un lusso cui dedicare solo eventuali risorse in eccesso, e che devono immediatamente essere eliminate in caso di crisi.

Decenni di evidenza empirica sui risultati di queste ricette, dal Sud America degli anni ’80 in poi, hanno univocamente dimostrato che queste riforme non hanno mai prodotto i risultati attesi, generando al contrario aumento della povertà e peggioramento dei conti pubblici precipitando i paesi che sono stati obbligati ad applicarle verso una stagnazione economica permanente ed una condizione di perenne sudditanza creditizia. Sfugge anche ai sostenitori della austerità espansiva che nei paesi con i bilanci pubblici più robusti si trovano istituzioni pubbliche di ampia rilevanza (ed alti costi). Per ottenere la convergenza dei bilanci pubblici è quindi evidente che bisogna anche raggiungere la convergenza delle istituzioni pubbliche.

Riforme per la crescita ed il benessere

Le riforme che servono al paese sono di conseguenza l’esatto contrario di quanto il consenso generale sembra dare per scontato. Servono maggiori finanziamenti finalizzati alla convergenza dell’Italia verso un modello di paese virtuoso con infrastrutture fisiche, amministrative e sociali in linea con quelle dei partner europei più avanzati. Solo in questo modo si potrà avere un contesto sociale ed economico in grado di permettere alle imprese di svolgere il loro necessario, ma assolutamente non sufficiente, ruolo nella produzione di benessere.

Di seguito riporto alcuni esempi, non esaustivi, di riforme che l’Europa ed il governo italiano farebbero bene a concordare non solo per contrastare la devastante crisi prodotta dalla pandemia, ma anche per indirizzare lo sviluppo economico del paese su un percorso sostenibile di lungo periodo. Per ogni capitolo saranno indicate anche le condizionalità dei finanziamenti che l’Italia dovrebbe non solo accettare ma anche auspicare. Queste condizionalità dovrebbero svolgere lo stesso ruolo di influenzare le condizioni del paese come applicate da decenni erogatori di credito internazionali, quali il FMI. La differenza è che il modello di sistema economico non consiste nella riduzione del ruolo dello stato ma nel miglioramento del suo funzionamento. In caso di successo anche parziale di questo tipo di finanziamenti condizionati ci si può aspettare un miglioramento generale delle condizioni economiche del paese e, in particolare, un aumento delle risorse fiscali che permetteranno un agevole rispetto dei termini di restituzione delle somme erogate a credito.

Velocizzazione dei tempi della giustizia

Senza un sistema giudiziario efficiente non è possibile garantire il rispetto della legalità corrompendo il patto sociale per strati sempre più vasti della popolazione che, per la sopravvivenza, sono costretti a sostenere un sistema sociale parallelo che non potrà mai portare alla prosperità.

Oltre ai danni sociali prodotti dalla criminalità grande e piccola, la mancanza di un sistema giudiziario efficace fornisce un insormontabile vantaggio competitivo ad attività economiche parzialmente illegali limitando quindi la crescita economica potenziale e l’efficacia di qualsiasi iniziativa di politica economica.

E’ quindi necessario garantire la velocizzazione dei tempi della giustizia garantendo procedimenti rapidi in ambito civile, penale ed amministrativo. A questo scopo servono risorse per investimenti in nuovo personale ed infrastrutture dedicato alla giustizia, oltre che alcune modifiche legislative (relativamente modeste). L’Italia e l’Europa dovrebbero concordare un percorso incentivante di finanziamenti specifici le cui condizioni saranno più vantaggiose in corrispondenza del raggiungimento di determinati obiettivi, come ad esempio l’incremento del numero di magistrati, il tempo medio di conclusione dei procedimenti, ecc.

Aumento di investimenti in ricerca

Una delle pochissime certezze su cui concordano gli economisti di qualsiasi orientamento teorico e politico è che la crescita economica è determinata dallo sviluppo tecnologico: senza innovazione non ci può essere crescita economica.

L’innovazione richiede due fattori fondamentali: un valido sistema di alta formazione e ricerca ed una garanzia di domanda per prodotti tecnologicamente avanzati. Servono quindi investimenti per sostenere il sistema di ricerca italiano, di altissimo livello internazionale ma ormai al collasso dopo anni di tagli brutali e riforme legislative punitive che hanno scoraggiato le attività di indagine scientifica spingendo i ricercatori a dedicarsi a sterili competizioni carrieristiche. Servono finanziamenti ad università e centri di ricerca garantiti a livelli almeno vicini a quelli applicati dai partner europei più avanzati, garantendo la possibilità ai nostri ricercatori di applicare i loro riconosciuti talenti.

Serve inoltre una domanda di prodotti ad alta tecnologia che finanzi e indirizzi il sistema di ricerca, che potrebbe essere costituita da un piano nazionale di riduzione delle emissioni nocive. I finanziamenti europei dovrebbero essere condizionati al raggiungimento di obiettivi in termini di; percentuali di PIL investiti nella scuola, numero di laureati e di ricercatori, riduzione del precariato nella ricerca a livelli fisiologici, e percentuali di spesa in ricerca sul PIL.

Contrasto a evasione ed elusione fiscale

Non sarà mai possibile raggiungere condizioni sostenibili di bilancio pubblico mantenendo gli attuali livelli di evasione fiscale. Serve quindi una riforma radicale delle misure di contrasto a questo fenomeno utilizzando un mix inasprimento delle punizioni e creazione di incentivi che renda economicamente vantaggioso ed operativamente agevole per i contribuenti rispettare i loro obblighi fiscali.

Anni di studio del fenomeno e la disponibilità di strumenti tecnologicamente avanzati hanno reso disponibili moltissime possibilità per ridurre il carico fiscale nominale. L’obiettivo deve essere di educare i contribuenti ad avere rapporti trasparenti con il fisco, applicare il mandato costituzionale della progressività delle imposte e perseguire con rigore le attività di criminalità fiscale. I finanziamenti europei dovrebbero essere utilizzati per investimenti di contrasto all’evasione ed all’elusione in personale ed infrastrutture, che implica produrrebbero, se ben progettati, altissimi ritorni finanziari.

Le condizioni per questi finanziamenti dovrebbero essere vincolati al raggiungimento di specifici obiettivi di riduzione dell’evasione ed alla approvazione di riforme legislative concordate con esperti internazionali del fenomeno.

Riforma della pubblica amministrazione

A seguito dei tagli degli ultimi decenni l’Italia è il paese avanzato con meno dipendenti pubblici tra i paesi avanzati. Insieme all’età media ed alla scarsità degli investimenti in formazione ed aggiornamento la produzione di servizi pubblici è fortemente limitata in qualità, quantità e tempi di risposta.

Per permettere al paese di sfruttare a pieno le sue potenzialità è necessario quindi migliorare qualità e quantità della pubblica amministrazione, motivando e formando il personale, rivedendo le procedure operative, selezionando con efficacia la dirigenza.

I finanziamenti europei dovrebbero essere condizionati al raggiungimento di indicatori concordati con esperti internazionali riguardo al numero di dipendenti pubblici nelle diverse amministrazioni, le procedure organizzative, tempi di risposta, efficacia delle azioni, riforme del diritto amministrativo ecc. L’obiettivo è di condizionare i finanziamenti all’adozione di un percorso di incremento della qualità delle amministrazioni pubbliche che punti verso la convergenza del sistema italiano alle migliori pratiche internazionali.

Conclusioni

L’Italia è un paese che soffre di molti problemi strutturali che hanno danneggiato sia i propri cittadini che indebolito l’Unione Europea. La crisi indotta dalla pandemia del Covid-19 richiede misure eccezionali che l’Italia deve adottare per contrastare gli effetti della crisi. E’ necessario usare questa occasione per intraprendere un percorso di risanamento del paese rispetto ai suoi problemi sistemici. Per questo obiettivo è necessario adottare una prospettiva opposta a quella finora utilizzata, cioè di riduzione del ruolo dello stato, che ha ampiamente dimostrato la sua inadeguatezza ed esacerbato i problemi del paese. Al contrario, bisogna rafforzare la capacità delle istituzioni pubbliche incentivando una convergenza verso i migliori esempi europei.

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